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Lista progetti / Matteo_Zamagni

2008 | De-manio: Annotazioni a margine

Slideshow
  • Progetto De-manio: Annotazioni a margine
  • Città Taranto [I]

Descrizione del progetto

con
arch. Marco Chitti

Il progetto per la riqualificazione di un tratto abbandonato di ferrovia dell’entroterra tarantino, si confronta con un paesaggio elementare, quasi primigenio, retto da un codice basato su pochi segni forti e intelligibili: lo sguardo di chi percorre la linea dismessa è ora catturato dal mare, che a tratti fa capolino appena sotto l’orizzonte; ora dai rari elementi verticali, un olivo isolato, un traliccio; sempre, onnipresente, la linea d’orizzonte, che unisce cielo e terra.

Così, come un filo di Arianna, il percorso ricuce gli scenari e gli ambiti più differenti, guidando alla scoperta di un paesaggio evocativo. Un paesaggio che non ha bisogno di essere soprascritto, perché già pieno di parole sussurrate, ma semplicemente sottolineato, “annotato a margine” per porne in risalto i caratteri importanti, evocarne gli elementi latenti ed immateriali.

La proposta progettuale cerca quindi di sottolineare, ispessire un tratto già esistente per renderlo più leggibile: variare l’ampiezza della sezione con la vegetazione, con spazi di sosta per ritmare il percorso, suggerire dove soffermarsi e dove passare oltre. E infine ridisegnare lo spazio attraverso quegli elementi effimeri e archetipici, come il vento, l’acqua, il sole e la sua ombra, tracciando, con questi, luoghi mutevoli al variare del tempo.

Inoltre, la tratta ferroviaria dismessa abbraccia una porzione di territorio ricco di potenzialità, in cui si è stratificato nel tempo un palinsesto produttivo peculiare, fatto di agricoltura e mitilicultura. Il paesaggio unico del Mar Piccolo e dell’entroterra tarantino possono essere valorizzati costruendo circuiti virtuosi e filiere legate alla produzione e associate all’itinerario di visita; la conversione della ferrovia in percorso ciclabile intende cogliere tale occasione. Il progetto si orienta quindi verso l’idea di un turismo emozionale, correlato alla conoscenza profonda del luogo; la ciclabile diventa sia la sede per la vendita e la commercializzazione in situ di prodotti esclusivi della zona (attraverso il riscorso a filiere corte), sia la spina dorsale di un sistema territoriale che sovrappone la vocazione di turismo “slow” al potenziamento delle attività agricole locali.